Archive for the 'Personale' Category

apr 14 2009

Valerio Albisetti è online

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Un breve post per dire che il famosissimo scrittore e psicanalista Valerio Albisetti è online con il suo nuovo blog www.valerioalbisetti.it.

I lettori , gli amici, i fans e tutte le persone interessate ad argomenti legati alla psicanalisi e alla fede possono avere un collegamento diretto con l'autore attraverso il blog.

Ecco il primo post di Valerio Albisetti.

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apr 07 2009

Open Day Polimi – perchè rifarei Ingegneria Elettronica

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Nei giorni scorsi ho partecipatoall'Open Day del Politecnico di Milano (www.polimi.it), organizzato per permettere alle future matricole di orientarsi tra i vari corsi di studi offerti dalle tre facoltà: Architettura, Design, Ingegneria.
Sono stato invitato dal Prof. A. Lacaita, il mio relatore e mentore sia durante la laurea, sia durante il percorso di dottorato di ricerca, il quale ha tenuto una delle sessioni di presentazione del corso di laurea in ingegneria di elettronica; con il suo tipico carisma e l'invidiabile capacità comunicativa ha illustrato il corso di studi trasmettendo validi e convincenti messaggi a chi dovrà scegliere un percorso di studi che sia un investimento per la propria vita.
La mia presenza, in affiancamento ad un ricercatore di successo, era sostanzialmente motivata dall'intenzione di mostrare concretamente alcuni dei possibili scenari che si presentano agli studenti dopo la laurea in ingegneria  elettronica ed eventualmente dopo il dottorato di ricerca.

Questa giornata ha suscitato in me un po' di malinconia per i bellissimi anni trascorsi tra le mura del politecnico e mi ha fornito l'occasione per razionalizzare alcuni pensieri circa il mio percorso di studi.

Chi mi conosce bene sa che dopo i 5 anni di studi in ingegneria elettronica e i 3 anni dedicati a conseguire il dottorato di ricerca ho scelto una strada  "imprenditoriale" nel campo ICT, principalmente in ambito software (www.IdeaTechsrl.com). Ad occhi esterni, la scelta di competere sul piano del software può risultare in contraddizione con la montagna di studi che ho svolto in ambito elettronico, mentre potrebbe risultare più congrua con studi in ambito informatico. Eppure sono fermamente convinto che, se "riavvolgessi il nastro" della vita, rifarei esattamente le stesse scelte, prime fra tutte quelle di iscrivermi ad ingegneria elettronica e di conseguire il dottorato di ricerca, in quanto credo che la formazione in ambito elettronico mi abbia permesso di maturare capacità che oggi mi sono utili per competere sul mercato.

Nel mondo ICT non esiste un bagaglio  di nozioni consolidate che possono essere applicate in serie per produrre business; la continua evoluzione degli strumenti e delle tecnologie porta ad un'incessante mutazione dei modelli, dei processi, delle tecnologie, dello stato dell'arte; questo fa si che la partita non si giochi solo sulle conoscenze di base e sull'esperienza maturata sul campo, aspetti che comunque vengono visti dal settore come scontati, ma sulla rapidità di adattamento alle novità, sull'efficienza nell'identificare e realizzare di nuove soluzioni e, ingrediente fondamentale, sull'innovazione.

Il successo del corso di ingegneria elettronica nel formare professionisti in grado di competere su piani tanto dinamici e spesso anche caratterizzati da contenuti diversi dall'elettronica in senso stretto, si spiega analizzando due aspetti molto evidenti:

  1. le nozioni di base necessarie alla comprensione dell'elettronica sono nozioni multidisciplinari
  2. le applicazioni elettroniche sono trasversali a moltissimi ambiti

Da un lato le nozioni propedeutiche alla comprensione di circuiti e componenti elettronici derivano da molteplici discipline di base : fisica, matematica, statistica, chimica. Questo richiede, certamente, un enorme sforzo di preparazione prima di poter affrontare lo studio dell'elettronica in senso stretto, ma garantisce un bagaglio culturale esteso e variegato.

Dall'altro lato l'elettronica si pone come disciplina trasversale a molteplici campi applicativi,  tra questi: meccanica, medicina e diagnostica, comunicazioni, energetica, arte, etc.... Questo richiede agli ingegneri uno sforzo di astrazione e una predisposizione all'adattamento a ambiti sempre nuovi che risultano preziosi in un mercato in continuo fermento ed estremamente competitivo.

E' questo mix tra  multidisciplinarità della conoscenza di base e trasversalità della applicazioni che rende gli ingegneri elettronici capaci, meglio dialtri, di affrontare con successo il presente e di dominare i cambiamenti del futuro con la serenità di chi è conscio di poter e saper competere per un posto sulla "cresta dell'onda".

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feb 26 2009

“What did you learned today?” and continuously feeding the brain

I just read this post in which the author depicted the main differences between works involving static environments, like accountants management, in which the way of making things changes slowly and more dynamic environments, like IT related areas, in which things change terribly faster.

Reading this I realized what I recently thought about the continue and strong knowledge process I need to face to in my everyday work and I put myself a question: would I like to live without continuously learning new things?

In last few month I become aware of one big truth: I'm not happy at night if during the day I didn't learn something new.

I suppose that this is due mainly to two factors:
1. I'm forced to learn new things every day, because technologies and markets move faster and faster and the knowledge must run ,at least at the same speed. Any IT professional is on the cutting edge of the technology and has to remain on the edge in order to offer excellent products.
2. I physically require to learn something new every day. My soul and my brain ask this.

The first is an external conditioning, the second is a condition imposed by my way of being. These two penetrate mutually in such a strong way that I can't decide which of the two is the independent cause: is my soul that makes me "decide" to become an IT professional or is the IT market that addicted me to such an high rate of changes and making me unable to live without continuous improvements?

I suppose, and I like to think that, neither the first nor the second is the unique independent cause, but both com-penetrates in making me like I am.

I also realized that is really difficult to me working on repetitive duties (sometimes this is necessary even in IT activities) without giving up to the seduction of suspend my tasks and start exploring new solutions and paths in order to find optimized and more efficient ways of doing the same things.

This is good because improves my abilities and my background, but it is also a doom because it continuously train my brain and make me addicted to a continuous learning process.

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